sabato 15 settembre 2012

Viaggiare Davvero 5.1 - Budapest

II tappa - 1° giorno Budapest


Lasciammo Lubiana ancora illuminata dai colori dell’alba, dirette verso la capitale ungherese.
Riprendendo l’autostrada M7 fummo a Budapest per ora di pranzo. Trovammo un campeggio molto carino, il Niche, in una zona comoda per spostarsi in città con i mezzi pubblici.
Nel primo pomeriggio iniziammo a visitare “la Parigi dell’Est”. 
La prima caratteristica che colpisce di Budapest è l’eleganza degli edifici, degli ampi viali, e del verde lussureggiante.
Il Bastione dei pescatori

Sulla riva occidentale del Danubio c’è il quartiere di Buda, per raggiungerlo prendemmo una piccola funicolare costruita a fine ‘800; fu un tragitto molto suggestivo.
Buda è la parte vecchia della città, arrivandoci si ha la sensazione di fare un salto nel passato, oggi è sede del Palazzo Reale, della Chiesa di Mattia e di alcuni scorci molto belli. Uno degli edifici che mi colpì maggiormente fu l’Halászbástya o Bastione dei pescatori, una fortezza con chiostri, scalinate e torri, molto simile ad un castello fiabesco in cima al colle. Dalla terrazza con vista panoramica si può ammirare l'Isola Margherita e la zona di Pest



Decidemmo di proseguire per  la collina Gellért, altro punto panoramico mozzafiato, dal quale è possibile osservare un vasto sistema di grotte ricche di sorgenti termali che formano un labirinto lungo più di dieci chilometri. 
Dopo tanto camminare ci concedemmo momenti di totale relax in uno dei più grandi bagni termali d'Europa, lo Széchenyi, dove ci si può immergere nelle piscine all'aperto anche d'inverno, grazie alla piacevole temperatura dell'acqua.
Stanche, dopo una giornata di esplorazione, tornammo al campeggio per mangiare qualcosa e buttarci sul letto.



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Raggiungere Budapest in auto

Il viaggio per raggiungere Budapest in auto dall’Italia è confortevole e il traffico è mediamente scorrevole.
Per gli autisti che provengono dal Trentino è molto più veloce passare per Vienna, per tutti gli altri, invece, il modo migliore per raggiungere Budapest in auto, è passando per Trieste e per la Slovenia tramite l'autostrada Venezia-Ljubljana-Budapest.
Trieste e Budapest distano 550 km, per un tempo medio di percorrenza di 5 ore e 30 minuti, che si possono fare senza soste.
Se invece preferite raggiungere Budapest in più giorni compiendo delle soste per strada vi consiglio di programmare una una fermata a Lubiana.



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Cosa mangiare a Lubiana

Una delle specialità della capitale slovena è il miele, e i tanti prodotti fatti con esso: candele, pappa reale, cosmetici e la fantastica grappa al miele. A pochi passi dal Municipio di Lubiana c’è perfino un negozio interamente dedicato a questo fantastico prodotto, la Honeyhouse, i prezzi, però, sono abbastanza elevati!
La Slovenia è famosa per i suoi piatti di carne accompagnati da verdure grigliate, o fritte, che si possono gustare nelle tipiche trattorie locali, chiamate Gostilna.
La parte costiera slovena è stata fortemente influenzata dalla regione istriana, della quale se ne trovano tracce anche nella cucina, ad esempio il prosciutto istriano, che è molto usato nella cucina slovena. Anche il tartufo è un ingrediente molto utilizzato nei piatti locali, reperibile a prezzi molto più bassi di quelli italiani.
Ma mangiare bene non basta! Serve del buon vino no? Tocai, Malvasia e Ribolla sono solo alcuni degli ottimi vini del posto.


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Viaggiare Davvero 4 - Lubiana



I tappa - Lubiana

A bordo del Memè eravamo dirette verso la Slovenia, La Lis alla guida e “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan nelle orecchie.Facendo una piccola tappa nella città di Ferrara arrivammo a Lubiana nel tardo pomeriggio. Pur essendo la più piccola capitale europea, gode di una ricca storia. Fummo subito colpite, infatti, dalla miscellanea di stili che caratterizzano la città, primo fra tutti quello barocco, dai tetti a punta, dai banchetti di fiori secchi intrecciati a mano dalle donne slovene, dai prodotti di legno, dai  banchetti di spezie, e dai profumi. 

Dirette verso the Castle Hill incontrammo tanti piccoli negozi tipici, dove comprammo dei souvenir. 
Arrivate al castello ci ritrovammo in una folla di gente, travolte da musiche e danze, e ci abbuffammo ad un banchetto che pensavamo fosse stato allestito appositamente per i turisti. Poco dopo capimmo che, involontariamente, ci eravamo imbucate ad un matrimonio che stavano festeggiando proprio lì, al castello di Lubiana. Potete solo immaginare le risate, fortuna che nessuno se ne accorse. 

Ricordo che facesse molto caldo, per cui decidemmo di tornare in città e mangiare in qualche localino economico piuttosto che sul furgoncino, in modo da rinfrescarci un po’ e rilassarci. Attirate dalle vetrine golosissime del Cacao non resistemmo alla tentazione e cenammo con coppe di affogato al cioccolato, divine. A completare il tutto la vista sul fiume Ljubljanica. Avevamo chiesto un po' in giro dove avremmo potuto sostare con il furgoncino e ci dissero che a 8 km dal centro città c'era un'area attrezzata con elettricità, acqua fresca, scarico, wc a tutto il necessario. Arrivate, tirammo le tendine e dormimmo per la prima volta nel furgoncino.




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Raggiungere Lubiana in auto

La Slovenia confina con l'Italia, per cui l'auto è sicuramente l'alternativa più veloce e più pratica per raggiungere Lubiana. Le principali strade slovene sono in ottimo stato e ben segnalate. I costi dei pedaggi autostradali e della benzina sono piuttosto bassi, in un periodo in cui la benzina non accenna ad arrestare la sua frenetica ascesa, risparmiare qualche centesimo al litro può essere una benedizione, dunque: approfittate delle pompe di benzina slovene e rifornitevi a volontà. La capitale inoltre è ben collegata con l'Austria, l'Ungheria, e la Croazia; situata al centro di un corridoio stradale è raggiungibile dall'Italia attraverso l'autostrada A1-E70-E61, da città come Maribor, Graz e Vienna attraverso la A1-E57, da Zagabria attraverso la A2-E70, da Klagenfurt e Salisburgo attraverso la A2-E61. 


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Viaggiare Davvero 3 - Il giorno della partenza


Il 25 Luglio partimmo. Avevamo idee differenti io e mia sorella su dove andare e cosa fare, come vedrete alla fine accontentammo i gusti di entrambe. 

Non avevamo programmato assolutamente nulla, nessuna tappa, nessun albergo o ostello prenotato. Portammo con noi pochi vestiti, tanto cibo, bevande, della buona musica, ovviamente denaro, avevamo tutto il tempo che volevamo, nessun vincolo; mia sorella era anche tornata single, io lo ero già da tempo. Libertà!


Mia madre era un po’ contrariata, ansiosa, mio padre invece era forse più contento di noi, se avesse potuto si sarebbe unito anche lui a quella che è stata e ricorderemo sempre come l’avventura più meravigliosa della nostra vita. Con quel senso di piacere che ti accompagna quando sei in procinto di andare, di conoscere nuovi luoghi, nuove anime, ci assicurammo di aver chiuso tutto quello che di sospeso c'era, liberammo la mente e via.



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Viaggiare Davvero 2 - La metamorfosi del mezzo


Quella mattina mio padre mi chiamò e mi chiese se avessi voluto accompagnarlo, stava andando a casa dei miei nonni perché avrebbe dato indietro il vecchio furgoncino che mio nonno usava per lavoro, molto simile a quelli della Volkswagen, hippie style. Lo accompagnai. Mi piaceva andare lì, mi tornavano in mente sempre tanti ricordi, di quando ero bambina, di quando mio nonno prendeva con sé noi nipoti e ci portava in giro col furgoncino, ci divertivamo un sacco perché non è che sapesse guidare poi tanto.
Non volevo che rottamassero il pulmino!



Il Memè

Una delle mie più grandi passioni è il fai da te, così proposi a mio padre di lasciarmi fare dei lavoretti al furgoncino, per passare del tempo e per dedicarmi a qualcosa che mi facesse dimenticare per un po’ di tutti i casini che mi frullavano nella testa in quel periodo.
La Lis mi accompagnò nell’impresa, aveva le mie stesse necessità di “distogliersi dalla realtà”.
Dopo una profonda pulizia generale fu il turno degli interni. Nella parte posteriore, mettemmo a nuovo i sedili, poi ci dedicammo alla tappezzeria, scegliemmo tutti motivi floreali, montammo anche le tendine ai finestrini. Applicai delle piccole mensole sotto ai finestrini, delle luci a batteria e degli acchiappa sogni.

Il vero divertimento fu però l’esterno, demmo sfogo alla fantasia...il risultato? Un fantastico furgoncino hippie, unico nel suo genere, bellissimo, intorno ai fanali anteriori due grandi fiori con le nostre iniziali M&M, e gli demmo nome Memè.
Era un peccato tenerlo parcheggiato, fu così che ci venne in mente di partire. Chiedemmo ad un nostro amico di rimetterlo in sesto anche dal punto di vista meccanico e dopo qualche settimana di lavori era pronto.


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